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Rivista online di studi
su antichità classica e cultura contemporanea

In collaborazione con la Consulta Universitaria di Studi Latini
CLASSE A

n. 9

rivista annuale
anno 9 · numero 9
anno 2023

 

L’isola di Crono e l’isola di Cthulhu: un capitolo poco noto della fortuna di Plutarco

Scritto da Tommaso Braccini. Pubblicato in: Pagina

Abstract

Il suggestivo mito del sonno di Crono in un’isola al largo della Britannia, ricordato da Plutarco in De defectu oraculorum 18.420A e De facie in orbe lunae (940F-942C), godette di particolare fortuna soprattutto in ambito anglosassone. Cenni in poeti (come Drayton e Milton), storici, saggisti, divulgatori, e persino una sovrainterpretazione teosofica che legava il passo al mito di Atlantide contribuirono a rendere la storia molto popolare, in particolare tra Otto e Novecento. A partire da questi molteplici canali il mito plutarcheo arrivò anche al noto scrittore dell’orrore H.P. Lovecraft. Come mostrano riferimenti, finora negletti, presenti nel suo epistolario, e una serie di precisi punti di contatto, il nucleo del suo racconto più influente, The call of Cthulhu (1926), è debitore proprio della storia relativa a Crono: in entrambi i casi un’antichissima divinità spodestata dorme in un’isola remota, sperduta nell’oceano occidentale, comunica per mezzo dei sogni, e attende l’arrivo dei propri adepti quando si compia un determinato ciclo astronomico. La capacità di suggestione del mito plutarcheo è dimostrata anche dalla sua ricezione da parte di un altro autore di weird tales (nonché amico di Lovecraft), il californiano Clark Ashton Smith, che gli dedicò una poesia, The isle of Saturn (1950).

The evocative myth of Kronos’ sleep on an island off the coast of Britain, recalled by Plutarch in De defectu oraculorum (18.420A) and De facie in orbe lunae (940F-942C), enjoyed particular fortune especially among the Anglo-Saxon public. References in poets (such as Drayton and Milton), historians, essayists, popularisers, and even a theosophical over-interpretation linking the passage to the myth of Atlantis helped to make the story very popular, particularly between the 19th and 20th centuries. Through these multiple channels, the Plutarchean myth even reached the well-known horror writer H.P. Lovecraft. As hitherto neglected references in his epistolary and a number of precise points of contact show, the core of his most influential tale, The Call of Cthulhu (1926), is indebted to the story of Kronos: in both cases, an ancient, deposed deity sleeps on a remote island in the Western ocean, communicates through dreams, and awaits the arrival of his followers when a certain astronomical cycle is fulfilled. The suggestive power of the Plutarchean myth is also demonstrated by its reception by another author of weird tales (as well as Lovecraft’s friend), the Californian Clark Ashton Smith, who dedicated his poem, The isle of Saturn (1950) to it.

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Sommario del n. 9

CLASSICOCONTEMPORANEO È SOTTOPOSTO ALLA PROCEDURA DI PEER REVIEW SECONDO GLI STANDARD INTERNAZIONALI

Di seguito è disponibile l'indice completo del numero diviso per le sezioni tematiche della rivista.
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Orizzonti

Responsabile di sezione: Rosa Rita Marchese

In Orizzonti trovano ospitalità le voci di chi fa ricerca umanistica nelle università e individua come una responsabilità propria di tale ricerca la formulazione di domande sul significato e sulla funzione sociale e politica dei propri studi. La sezione vuole offrire visibilità ai diversi modi in cui in Italia, in Europa e nel mondo le istituzioni accademiche producono linee di ricerca che promuovono, in una relazione costruttiva con il presente, il rapporto con l’antico. Entro questo spazio aperto al dialogo tra attività scientifica e domande di senso, la sottosezione Voci dal mondo intende dare spazio ai contributi e, soprattutto, alle esperienze didattiche provenienti dal panorama internazionale, con lo scopo principale di condividere informazioni e materiali in diverse lingue (inglese, francese, tedesco, spagnolo); tali materiali potranno anche avere meno attinenza con il tema monografico del numero.

 



Presenze classiche: Pagina, Schermo, Scena, Arti visive e comunicazione

Responsabile di sezione: Rossana Valenti

La sezione dedicata alle Presenze classiche è intesa a selezionare produzioni recenti – di letteratura, teatro, cinema, musica, arti visive – ispirate al mondo classico, sul filo del rapporto, problematico e suggestivo, tra il “classico”, sistema di valori per definizione al di là delle mode e delle contingenze, e il “contemporaneo”, l’odierno, l’attualità più stringente.

Ricerca e sperimentazione didattica

Responsabile di sezione: Pietro Li Causi

La sezione ospita documenti, racconti, bilanci critici di esperienze didattiche, progetti laboratoriali, interventi pedagogici, pensati in riferimento al mondo antico. Propone uno spazio operativo di confronto fra contesti differenti (la scuola, l’università, il “sociale”) e approcci diversi all’antico, inteso nella sua accezione più ampia: in rapporto all’insegnamento delle lingue classiche, ma anche allo studio di testi e monumenti nei loro aspetti letterari, culturali, iconografici, come pure in relazione alla pratica teatrale, alla rilettura del mito, alle varie possibili forme di rivisitazione creativa dell’antico.