Nello specchio degli antichi

Scritto da Giusto Picone e Valeria Viparelli. Pubblicato in: Numero 0

I saperi genericamente indicati come “umanistici” hanno conosciuto, nel secolo da poco concluso e nei primi anni del terzo millennio, un innegabile processo di mutamento e di espansione, frutto anche di sistematizzazioni teoriche che ne hanno modificato profondamente confini e fisionomia. Non si può non costatare, tuttavia, la parallela riduzione della loro rilevanza sociale, che si fa particolarmente evidente nel sistema formativo occidentale, tanto scolastico quanto universitario, ove la cultura umanistica ha perso la centralità di cui ha a lungo goduto nei programmi educativi, finendo oggi col caratterizzarsi sempre più spesso come un aspetto poco significativo, se non addirittura residuale.

La presunta opposizione tra cultura umanistica e cultura sperimentale che ha animato nel Novecento un vivacissimo dibattito, il cui punto più alto è probabilmente costituito dalla riflessione di Charles P. Snow, sembra dunque essersi risolta non sul piano di un proficuo, reciproco intreccio, ma con l’affermarsi del primato indiscusso delle abilità tecnico-scientifiche, le sole che sarebbero in grado di assicurare progresso sociale e miglioramento della qualità della vita. Non v’è dubbio che su questi esiti abbia avuto grande incidenza l’affermarsi di quello che è stato definito un vero e proprio pensiero unico, teso a misurare esclusivamente in termini economicistici le finalità della formazione e della stessa cultura.

La logica imperante del profitto, volta a conseguire l’utile e priva di ogni interesse per l’honestum, denunciata non senza talune contraddizioni dal fortunato pamphlet di Martha C. Nussbaum, ha fatto sì che venisse attribuito lo stigma della improduttività alla cultura umanistica e alla capacità che essa ha di favorire la formazione di cittadini capaci di comprendere il mondo e la sua complessità, con la conseguenza di indebolire gravemente il nesso tra formazione e democrazia, senza tuttavia garantire, come dimostra la crisi economico-sociale in atto, il promesso sviluppo globale e condizioni di vita adeguate a vastissimi strati della popolazione del nostro pianeta, tuttora condannati a una degradante condizione di sfruttamento e di privazione dei diritti di cittadinanza.

La progressiva marginalizzazione degli studia humanitatis ha investito con maggior forza i settori disciplinari che fanno riferimento all’antichità greca e latina, che di quei saperi sono fondamento sul piano storico e linguistico. Occorre certo interrogarsi su un aspetto apparentemente paradossale del processo in atto che, nonostante il proliferare di una messe mai così ricca di contributi critici sui diversi aspetti del mondo antico, assegna alla scienza dell’antichità una funzione priva di effettiva rilevanza nel dibattito culturale, relegandola in una condizione ancillare non soltanto nei confronti dei saperi scientifico-sperimentali, ma anche di molti ambiti del campo umanistico. In realtà, è ormai un dato acquisito dalla riflessione storiografica che il modello di Umanesimo classicistico affermatosi con la Rinascita sia stato frutto di una lettura ideologica dell’antichità classica, la cui natura esemplare e anticipatrice della modernità è stata, con diversità di accenti e di prospettive, ribadita sino al cosiddetto Terzo Umanesimo dei primi decenni del Novecento.

Venuto meno, nella seconda metà del secolo scorso, il nesso con la contemporaneità, il paradigma classicistico fondato sulla valenza identitaria del mondo greco e latino è entrato in una crisi per molteplici aspetti irreversibile. Che è, per di più, aggravata dalla permanente pretesa di interpretare in chiave valoriale quella cultura e dallo specialismo autoreferenziale che è al fondo di tanta parte della letteratura secondaria. Riteniamo che sia necessario uscire dalle secche di queste posizioni ormai anacronistiche e, utilizzando sino in fondo le potenzialità critiche dell’indagine storica e filologica, rileggere le testimonianze classiche non solo alla luce delle domande di senso che esse ponevano ma anche delle sfide e delle urgenze che propone la realtà odierna, evitando ogni tentazione attualizzante e banalizzatrice dell’alterità tra mondi la cui distanza è innegabile e insopprimibile, ma la cui comprensione proprio per questa ragione può trarre vantaggio da una prospettiva comparatistica.

ClassicoContemporaneo intende dipanare il fil rouge di questa linea interpretativa; la nostra rivista si propone perciò di analizzare criticamente ruolo e funzione della cultura classica nella realtà contemporanea, con particolare interesse per le più innovative linee d’indagine sul mondo antico e per esperienze didattiche originali, praticate sia in ambito universitario sia nella scuola secondaria. L’orizzonte della ricerca sarà quanto più vasto possibile e mira a dar conto di quel che si studia e si sperimenta non solo in Italia, ma anche (e soprattutto) in Europa e al di fuori dell’Europa; sarà poi fornita puntuale informazione sulle normative e sugli ordinamenti didattici operanti nei diversi paesi.

La rivista dedicherà ampio spazio all’incidenza della cultura grecolatina nella letteratura, nella saggistica, nella drammaturgia, nella produzione filmica contemporanee e si rivolgerà a studiosi, docenti, studenti e cultori dell’antico italiani e stranieri. Specifica attenzione sarà destinata alla comparazione tra l’approccio degli antichi e quello odierno a tematiche di grande valenza sociale e culturale, quali le questioni planetarie poste dalla globalizzazione, le problematiche connesse all’identità, alla cittadinanza e ai diritti civili, la relazione antagonistica tra le religioni monoteistiche e il politeismo greco e romano; pari attenzione si darà alla discussione e al confronto tra antichisti e modernisti, con l’intento di metterne in comunicazione il linguaggio critico e dunque il modo in cui leggere, in prospettive diverse ma interagenti, la complessità del rapporto tra antico e moderno.

Infine, sarà assicurato opportuno rilievo all’attualità, dando voce con differenti modalità a istituzioni e a personaggi di spicco della cultura, della politica e della società civile che, a vario titolo, dialogano col classico e contribuiscono a modificarne e a migliorarne la fruizione, promuovendo la valorizzazione di quel patrimonio culturale e una giusta valutazione del peso e della qualità della ricerca umanistica. Atti di Convegni e seminari, patrocinati e realizzati dalle Consulte di Antichistica e da qualificate istituzioni scientifiche italiane e straniere, edizioni critiche e saggi monografici, particolarmente di giovani studiosi, troveranno adeguata ospitalità nella Biblioteca della rivista.

Alla luce di questa impostazione, i numeri periodici di ClassicoContemporaneo si articolano nelle seguenti sezioni:

Orizzonti: a) temi della ricerca; b) metodi; c) voci dal mondo

Presenze classiche: a) pagina; b) schermo; c) scena; d) arti visive

Discussioni

Ricerca e sperimentazione didattica: a) esperienze didattiche nell’università; b) nella scuola

Se ne parla oggi

Un'ultima sezione: Aggiornamenti - con segnalazioni finalizzate alla costituzione di un osservatorio su a) eventi; b) convegni c) pubblicazioni, particolarmente significativi per l'approfondimento dei rapporti tra classico, moderno e contemporaneo - è strutturata invece come uno spazio ad aggiornamento continuo.

L’auspicio è che questa rivista sia palestra di una discussione feconda, perché priva di preclusioni e di pregiudizi esegetici, aperta a una dimensione internazionale e attenta all’interazione tra sistema formativo scolastico e universitario.

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Letter from the editors

In the mirror of Antiquity

The body of knowledge that is often called “humanistic” was exposed in the last century and at the beginning of the third millennium to a clear process of transformation and expansion. This phenomenon is a result of efforts towards theoretical organization that modified its borders and physiognomy profoundly. Nevertheless, one cannot fail to observe the simultaneous decrease of its weight in the entire western educational system, where humanistic culture has lost its traditional prominence and it has reached in many cases a position of limited importance, if not of marginality.

The opposition that has been detected between the natural sciences and the humanities inspired an intense debate in the twentieth century, the peak of which is probably the reflection on The Two Cultures by C. P. Snow. This opposition seems to have been resolved not through a mutually exchange of ideas between the natural sciences and the humanities, but through the acknowledgement of the supremacy of the former, which alone are supposed to ensure social progress and an improvement of the quality of life. To be sure, these results have been influenced by an instance of pensée unique or real ideological conformism, as a result of which the aims of education and of culture itself were seen in purely economical terms. The dominant ideology of profit, which aims at that which is utile without any regard for that which is honestum, exposed not without certain contradictions by Martha C. Nussbaum in her celebrated pamphlet, has affixed to the humanities the stigma of not being productive, and it has disregarded the capacity of humanistic culture to contribute to educate citizens who are able to understand the world in its complexity. Consequently, it has undermined seriously the bond between education and democracy, without yielding the global development it had promised, as has been shown by the currents socio-economic crisis. In particular, it has failed to provide adequate living conditions for large population groups worldwide, who are still condemned to a degrading condition of economic exploitation and to being deprived of their civil rights.

The progressive marginalization of the studia humanitatis has hit with especial vehemence the field of Greco-Roman studies, even though these disciplines provide the linguistic and historical basis for the humanities themselves. It is certainly necessary to take a closer look at an apparently paradoxical aspect of this process, which assigns to the Classics a role of no significance in the cultural debate,  and relegates them to a position that is subordinate not only to the natural sciences, but also to many fields within the humanities.

In fact it has already been demonstrated in the course of historiographical debate that the  model of a classicistic humanism that became dominant during the Renaissance was a product of an ideological reading of classical antiquity. The paradigmatic nature of the latter as a forerunner of modernity was reiterated, with shifting accents and perspectives, until the so-called third humanism at the start of the twentieth century. But after World War II the link between Antiquity and Contemporaneity faded away and the paradigm of classicism based on the identitary value of the Greek-Roman world sank into a crisis that seems irreversible for a number of reasons. This crisis has been aggravated by the ongoing attempts to understand that culture as a model of values, and by the autoreferential character of much of the scholarly literature. We consider it necessary to leave behind the doldrums of these anachronistic positions and to put to use the critical potential of historical and critical research by reading classical texts afresh in the light both of the questions asked by the texts themselves and of the challenges posed by our times. We hold the view that our understanding of the ancient world can draw significant benefits from such a comparative perspective, if one makes no attempt to forcibly actualize classical antiquity and thereby to banalize the otherness of a world that is obvious and undeniable.

ClassicoContemporaneo aims to unravel the red threat of this line of interpretation. Therefore, our journal sets out to subject to critical analysis the role and the function of classical culture in contemporary society, with particular regard for more innovative lines of research into the ancient world and for innovative didactic practices at school and at university. Our horizon will be as broad as possible and will aim to embrace research and innovative experiments that take not only in Italy, but also (and especially) elsewhere in Europe, and beyond. The journal will also cast light on the education systems of other countries. Much space will be given to the ascendancy of Greco-Roman culture in contemporary literature, on stage and in the cinema. The journal will turn to researchers, teachers, students and lovers of the Classics worldwide.

Special attention will be paid to the comparison between the attitudes of the ancients and current approaches to matters of great social and cultural importance such as the general questions posed by globalization, problems of identity, citizenship and civil rights, and the antagonistic relationship between monotheistic religions and pagan polytheism. There will also be space forthe debate between the scholars of the ancient and those of the modern world in order to createa deeper communication between different reading perspectives and thereby to underline the complex relationship between antiquity and modern times. Finally, current affairs will receive an appropriate weight through contributions by prominent institutions and individuals from the spheres of culture, politics and civil society who will conduct, all in their own way, a dialogue with the classical world and modify and improve the ways in which it can be appreciated, thereby promoting our cultural heritage and contributing to a correct assessment of the importance and the quality of research in the humanities. Proceedings of conferences and seminars that take place under the aegis of scholarly associations and by other institutions with academic credentials in Italy and abroad, critical editions and monographic studies, especially those by young scholars will be included in the Biblioteca published alongside the journal. 

In view of this programme, the issues of ClassicoContemporaneo will consist of the following sections: 

Orizzonti: a)research topics; b) methods; c) voices from abroad

Presenze classiche: a) in print; b) on the screen; c) on stage; d) in the visual arts

Discussioni

– Ricerca e sperimentazione didattica: a) didactical experiences at university; b) at the school

Se ne parla oggi

– Aggiornamenti for news regarding a) events; b) conferences and meetings; c) publications of especial importance for the relationship between classical antiquity, modernity and the world of today. This section has been conceived of as a space for ongoing debate and updates.

We hope that ClassicoContemporaneo will provide space for a fertile debate without obstacles and aesthetic prejudices, open to the world and sensitive to an interaction between the educational system of secondary school and that of the university.

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