Antigone a Milano - di Francesco D'Adamo

a cura di Cristina Crippa

Cristina Crippa  Tiresia il Narratore
Valentina Paiano  Antigone
Alessandro Frigerio  il Morto

Suono Giuseppe Marzoli - Luci e allestimento Nando Frigerio

13 dicembre 2010 ore 21.00 - Biblioteca Civica, Monza (Via Giuliani, 1 / tel. 039 382272)



INGRESSO LIBERO

Francesco d'Adamo è autore di diversi romanzi, tra cui Storia di Ismaele che ha attraversato il mare (De Agostini 2009). Nell'introduzione al testo teatrale Antigone a Milano spiega così la sua decisione di scrivere una 'sua' Antigone: 

Non ricordo la data, diciamo un paio di anni fa. Due giovani extracomunitari con la faccia dell'Est attaccano a martellate la vetrina blindata di un gioielliere in una stradona che da Milano porta fuori, dove una volta era campagna. Gli fanno niente ai cristalli antiproiettile, giusto una crepa. Il gioielliere esce con la 44 Magnum. Uno dei due ragazzi riesce a scappare, l'altro viene freddato. I cittadini della stradona scendono in piazza per esprimere solidarietà e conforto al gioielliere che ha difeso la sua sicurezza e la sua proprietà. Per giorni il corpo del ragazzo rimane all'obitorio, non ha documenti, non ha nome, non ha nazionalità. Qualche mese dopo: dieci righe in una pagina interna. In un paese della Puglia muore - non ricordo come - un giovane clandestino, anche lui senza nome né patria. Nessuno vuole farsi carico delle spese funerarie, neanche il comune. Una vecchina svuota il libretto postale, gli dà onorata sepoltura, fa incidere sulla sua lapide: Al Dio che tutti ci conosce. Da qui è nata l'idea di una moderna e milanese Antigone.

D'Adamo ambienta la sua Antigone in un Libero Ducato di Milano - in un futuro tristemente prossimo - dove violenza, razzismo, paura sono ormai fuori controllo. Un giovane straniero cerca di scassinare la vetrina di un negozio ed è ucciso dal proprietario. Il suo cadavere viene lasciato insepolto, come monito. Solo un povero senzatetto, testimone dei fatti, dà una versione dei fatti diversa da quella ufficiale. Ma nessuno, lui compreso, ha il coraggio di intervenire. Finché non compare lei: Antigone...

Cristina Crippa, regista e attrice storica del milanese Teatro dell'Elfo, legge il copione e se ne appropria: "la prima cosa che ho fatto è stata trasformare impudentemente il vagabondo narratore in una vagabonda narratrice".
Recluta due giovani attori Valentina Paiano (Antigone) e Alessandro Frigerio (il morto, lo straniero) e sceglie per la messinscena un luogo a lei caro, la Biblioteca Civica di Monza, dove da sette anni porta in scena, per una sola sera, testi scelti, studiati, curati, amati, condivisi con un pubblico fedele e attento di lettori-spettatori.