Copertina Biblioteca di Classico Contemporaneo

Fraus annibalica (e scipionica?) all’opera: Sil. 7, 282-380 e la declinazione perversa della Dolonia

Scritto da Francesco Cannizzaro.

In Sil. 7, 282-380 è raccontato lo stratagemma annibalico che permette all’esercito punico di forzare il blocco romano: una notte i Cartaginesi legano fascine infuocate alle corna di duemila buoi lasciati liberi di correre e le sentinelle romane fuggono impaurite. In questa sequenza narrativa Silio si confronta con la catena di risvegli dei capi achei nella Dolonia iliadica. Questi ultimi, però, sono sostituiti da perfidi comandanti punici, i quali, solo apparentemente iper-epici, fanno mostra di una virtus degradata, distruttiva e fraudolenta: la virtù notturna della Dolonia, diversa da quella convenzionale dell’aristia bellica, non disprezzata nell’Iliade ma già problematizzata in Virgilio, si presenta nella sua declinazione peggiore. Anche Scipione in terra africana, nel racconto degli storici, inganna e devasta, incendiando di notte gli accampamenti di Siface e Asdrubale Giscone; Silio, però, depura il suo eroe da ogni macchia di frode, trasferendo semmai alcuni elementi di questa vicenda nella scena del libro settimo in modo da porre enfasi sulla degradazione della virtus dei comandanti punici.


In Sil. 7, 282-380 Hannibal devises an astute plan to free his army from encirclement by the Romans: at night, the Punic warriors set fire to brushwood tied around the horns of 2,000 plough oxen and, as a consequence, the Roman sentinels flee away. In this narrative sequence Silius draws inspiration from Iliad 10, when the Argive leaders wake up before Odysseus and Diomedes’ night mission begins. Nevertheless, the Argive leaders are replaced by treacherous Punic warriors, who at first glance seem “hyper-epic” characters but then show how cruel and morally base their virtus is. The nocturnal virtue, albeit different from the conventional virtue of the aristeia, is not despised in the Iliad, while in the Punica (and, beforehand, in Virgil’s Aeneid) is highly problematized. The second part of the article focuses on Scipio, who according to the historians treacherously sets fires and destroys at night Syphax’ and Hasdrubal Gisco’s military camps. It is argued that Silius cleans up Scipio’s portrait and uses elements of this episode in the narrative sequence of the seventh book in order to put emphasis on the degradation of Punic leaders’ virtus.

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