Copertina Biblioteca di Classico Contemporaneo

Paesaggi inameni della letteratura latina fino al II sec. d.C.

Scritto da Rosa Mauro.

Questo articolo intende contribuire allo studio dei paesaggi inameni della letteratura latina fino al II sec. d.C. mediante una nuova proposta di sistemazione di una categoria ancora sostanzialmente inesplorata e che gode di minore successo rispetto al più celebre topos letterario del locus amoenus. Gli studi apparsi negli anni che si sono occupati della natura descritta in termini negativi, alcuni dei quali di carattere antropologico, non hanno offerto una visione d’insieme del tema e hanno moltiplicato i riferimenti terminologici (paesaggio dionisiaco, locus horridus, locus terribilis, locus horribilis, etc.), senza definire con esattezza i caratteri e gli elementi delle diverse tipologie dell’inameno. Per cercare di chiarire i confini interni tra le varie tipologie, si è resa necessaria un’analisi dei testi, finora a mio parere trascurati, utile per riconoscere gli usi lessicali ricorrenti in ogni singola manifestazione dell’inamoenus: lo studio degli aggettivi, senza sottovalutare la funzione che la descriptio svolge all’interno dell’opera, ci permettono di assegnare un’ἔκφρασις a un tipo di paesaggio invece che a un altro. Nel presente contributo, che costituisce la presentazione generale e sintetica di un lavoro di ricerca più ampio, un’attenzione particolare è dedicata allo status quaestionis e ad alcuni loca horrida con evidenti affinità di ordine tematico e stilistico.


My paper aims at contributing to the evaluation of the “unpleasant” landscapes in Latin literature up to the II century A.D. through a new classification proposal for a category which is yet unexplored and less famous than the literary topos of the locus amoenus. The studies that hitherto have dealt with nature described in negative terms (some of which are anthropological) have not provided an overview of the theme and have multiplied terminological references (Dionysiac landscape, locus horridus, locus terribilis, locus horribilis, etc.), without exactly defining the characteristics and elements of the different “unpleasant” places typologies. In order to clarify the boundaries between these typologies, a textual analysis of the passages, in my opinion not fully estimated till now, has become necessary. Such analysis is useful for identifying the most frequent lexical uses in each manifestation of the inamoenus: a study of adjectives, without ignoring the role of descriptio within the work, allows us to assign a ἔκφρασις to one type of landscape rather than another. In this contribution, which constitutes the general and concise presentation of a broader research work, particular attention is paid to the status quaestionis and to some loca horrida with similar thematic and stylistic features.

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