Tra teofanie e filologia. A colloquio con Daria Gigli

Scritto da Arianna Sacerdoti.

“Una visita a Hölderlin” (Moretti&Vitali, Bergamo 2019) è la prima raccolta poetica edita di Daria Gigli, già Prof.ssa associata di Letteratura greca presso l’Università di Firenze. La prima sezione del libro è dedicata alle teofanie di Deò, Artemide, Eos, Notte, Atena, Selene, Eros, Himeros, Pan, Apollo, Eco, Hermes, Plutone, Estia. Abbiamo intervistato la collega classicista e poetessa Daria, per gettare luce sulla raccolta poetica e sul background di riferimenti ai classici che presenta.

 

1) Qual è la tua biografia di poetessa e classicista?

Comincio da lontano: mi sono laureata a Firenze nel 1973 con una tesi sui “Discorsi sacri” di Elio Aristide con un approccio, nuovo per l’epoca, che includeva anche elementi tratti dalla psicoanalisi. I miei primi articoli pubblicati riguardano proprio un confronto a distanza fra l’onirocritica greca e la Traumdeutung freudiana.

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