La ‘guerra’ contro il virus e il topos della guerra giusta contro gli animali: una riflessione eco-critica attraverso il pensiero filosofico dei Greci

Scritto da Pietro Li Causi. Pubblicato in: Orizzonti

As many eco-critics are pointing out over the last few days, there is an intimate link between the SARS CoV-2 epidemic and the state of the human-animal relationship within the global order imposed by 20th and 21st Century Neoliberalism. In this connection, this paper will explore the topos of the ‘just war against animals’ in a comparatist perspective, to show how ancient philosophical thought, far from stressing the idea of the supremacy of the human species, is instead used to underline our in-born frailty as well as our interconnectedness with other living beings.

Il tardo antico come contemporaneo? Identificazione e alterità di un’età non classica

Scritto da Marco Formisano. Pubblicato in: Orizzonti

Molto spesso lo studio del passato, in particolare dell’antichità classica, viene implicitamente giustificato dal bisogno di identificarsi con esso non solo per trarne insegnamento ma soprattutto al fine di conferire profondità storica al nostro tempo. Un tale approccio prevede quindi che la ricerca si orienti verso quegli aspetti o quelle epoche con cui si crede di avere un’affinità. Ciò è stato fatto anche per la tarda antichità che sin dalla fine del XVIII secolo è stata percepita come l’epoca di crisi per eccellenza in cui rispecchiare le ansie attuali. Ma è possibile percepire il passato senza sentire il bisogno di identificarvisi, cioè come irrimediabilmente altro da noi? Ma non si tratta soltanto dell’alterità del passato rispetto al presente. L’età tardoantica, anche a causa della sua definizione ex negativo che indica la sua sempre irrisolta inattualità, può offrire un punto d’appoggio alla contemporaneità ma a patto che si definisca il contemporaneo come età che mai si appartiene e che esiste solo come sfasatura con il proprio tempo.

La psicoanalisi ai tempi di Artemidoro. Freud, la cultura degli antichi, l’inventiva dei suoi predecessori

Scritto da Antonio Puleri. Pubblicato in: Orizzonti

Ne L’interpretazione dei sogni come anche in altri scritti simili, Sigmund Freud cita numerosi autori classici, tra i quali l’interprete di sogni greco Artemidoro di Daldi, nato nel II secolo d.C. e autore di un’opera completa in cinque volumi conosciuta come Oneirokritikà. Lo psicoanalista ritiene Artemidoro la più grande autorità nelle antiche interpretazioni dei sogni. Nell’articolo, i miei obiettivi sono quelli di discutere tutti i riferimenti all’opera di Artemidoro negli scritti di Freud in ordine cronologico, e di spiegare le fonti e le traduzioni che Freud utilizzò per conoscere Artemidoro, tentando anche di ricostruire lo sviluppo dell’opinione di Freud sull’autore greco e sul metodo di interpretazione simbolico. In conclusione, discuterò in breve la possibilità che Freud avesse letto il testo greco originale di Artemidoro e non soltanto studi e traduzioni di esso.

Il virus, i classici, il corpo, le bussole

Scritto da Pietro Li Causi. Pubblicato in: Orizzonti

How to read the classics in the age of the pandemic? Over the last few days, many scholars in the field of humanities have seemed engaged in highlighting the similarities between the present emergency and the literary descriptions of the plague in authors such as Thucydides, Boccaccio, Manzoni. Are we sure that these similarities can be used as reliable compasses to direct us along the right road in our globally infected world? This paper will address these and other questions.

I Classici da Sainte-Beuve a Eliot

Scritto da Giuseppe Solaro. Pubblicato in: Orizzonti

L’articolo esamina il discorso What is a classic?, che Eliot tenne nel 1944 quale primo presidente della Virgil Society di Londra, affermando che il poeta augusteo era da considerare il solo vero classico europeo perché autore pienamente maturo. Il discorso di Eliot aveva lo stesso titolo che un secolo prima Sainte-Beuve aveva attribuito ad uno dei suoi celebri “Lundis” (Qu’est-ce qu’un classique?, 21 ottobre 1850) e molto probabilmente la nozione eliotiana di maturità si basava proprio sul saggio di Sainte-Beuve. Altra questione è quella del tono imperialistico alla base del discorso eliotiano, il cui modello è da ricercare invece nel famoso libro di Theodor Haecker Vergil. Vater des Abendlandes (1931). L’articolo accenna inoltre a vari giudizi sull’address eliotiano, considerato tuttora un autorevole intervento per la stessa scelta di Virgilio, mentre dimenticato appare oggi in generale il pur elegante saggio di Sainte- Beuve.