Copertina Biblioteca di Classico Contemporaneo

Beneficium e iniuria. Rappresentazioni del dono e dell’offesa nel De beneficiis di Seneca

Scritto da Lavinia Scolari.

 

Ringraziamenti

Questo lavoro è il frutto di molti incontri.

Nasce dalla revisione di una cospicua parte della mia dissertazione dottorale: «Beneficium e Iniuria. Morfologia del “fare il bene” e “fare il male” nel De beneficiis e nelle tragedie di Seneca», che ho elaborato presso la Scuola di Dottorato in «Antropologia, Storia e Teoria della Cultura», sez. «Antropologia del Mondo Antico» dell’Università degli Studi di Siena, sotto la direzione di Giusto Picone e Maurizio Bettini. A entrambi va la mia più affettuosa riconoscenza per i preziosi insegnamenti di cui ho potuto beneficiare in questi anni, per i consigli, gli incoraggiamenti e il loro tempo, dispensatimi senza mai risparmiarsi e con rara generosità, e per essere, per me (e non solo), due punti di riferimento costanti, sul piano umano non meno che su quello scientifico. A loro, e a Rosa Rita Marchese, che ha letto questa mia monografia in diverse fasi del suo sviluppo, discutendola con me con premura e acume e migliorandola con i suoi commenti, sono profondamente grata.

Ringrazio inoltre Valeria Viparelli e – nuovamente – Giusto Picone per aver accolto questo mio scritto nella collana de La Biblioteca di ClassicoContemporaneo, da loro diretta, nonché Angela Maria Andrisano, Daniela Fausti e Renata Raccanelli, che hanno fatto parte della commissione giudicatrice del mio esame finale per il conseguimento del titolo di Dottore di Ricerca, delle cui osservazioni ho fatto tesoro per questa revisione.

Occasione di approfondimento del De beneficiis in rapporto alle dinamiche di dono e vendetta mi è stata offerta per la prima volta in seno alle unità di ricerca di Palermo, Siena e Verona, nell’ambito del PRIN (Progetto di Rilevante Interesse Nazionale) 2007 dal titolo «La risemantizzazione del beneficium. Per un commento tematico al de beneficiis di Seneca», di cui è stato responsabile scientifico nazionale Giusto Picone. Ai membri delle tre unità di ricerca sono estremamente riconoscente per tutto quello che mi hanno insegnato e hanno condiviso con me, e per la loro amicizia. In particolare, desidero ringraziare Alice Accardi, Lucia Beltrami, Antonio De Caro, Mario Lentano, Pietro Li Causi, la già citata Renata Raccanelli, Simona Rampulla, Giacomo Raspanti e Licinia Ricottilli.

Sono molto debitrice a Cléo Carastro per avermi indicato nuove prospettive d’indagine sul tema della “cosa-donata” (e non solo), per il suo tempo e per la sua affettuosa disponibilità, e ai professori e agli amici del Centro A.M.A (Antropologia del Mondo Antico, Centro Interdipartimentale di Studi dell’Università di Siena) per avermi accompagnata, in alcuni degli anni più belli della mia formazione, in questo percorso di studi e di vita.

Sono inoltre grata agli studenti del corso di laurea magistrale in Scienze dell’Antichità della ex Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Palermo, a.a. 2012-2013, che hanno partecipato al «Seminario di Lingua e Letteratura Latina» dal titolo «Beneficium, relazioni asimmetriche, ingratitudine. Per un commento tematico a Seneca, de beneficiis, libro III», soprattutto a quelli di cui sono stata tutor, e agli altri tutores (a Fabio Tutrone, oltre ai già citati Rosa Rita Marchese, Pietro Li Causi e Simona Rampulla) per le molteplici occasioni di dialogo, scambio e confronto critico. In particolare, il mio ringraziamento va a Lorenzo Avola, Roberta Bellitti, Saverio Calì, Francesco Guidera e Cetty Scalavino.

Resta inteso che di ogni mancanza, difetto o imprecisione sono l’unica responsabile. 

 

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