Copertina Biblioteca di Classico Contemporaneo

La «bellezza eterna» secondo Boito: da Elena ad Asteria

Scritto da Paola Camponovo.

Abstract

Elena di Troia e Asteria, protagoniste rispettivamente del Mefistofele (1868, 1875) e del Nerone (1924) di Arrigo Boito, incarnano l’aspetto più affascinante dell’eterno femminino immaginato dall’autore nel suo teatro musicale. Figure dell’Antichità greca e romana, sono tuttavia definite in senso fortemente anticlassico; la loro bellezza è anzi tipicamente decadente. Soffermandomi sulla loro caratterizzazione dal punto di vista drammatico, musicale e visivo, mettendole in relazione al contesto in cui sono inserite, ne ricondurrò i lineamenti al topos femminile tanto amato da artisti e letterati alla fin de siècle, quello della femme fatale, presente nel teatro musicale italiano, con le caratteristiche che più le saranno peculiari, proprio a partire da Boito.

Elena and Asteria, protagonists respectively of Arrigo Boito’s Mefistofele (1868, 1875) and Nerone (1924), represent the most fascinating side of the Eternal Feminine imagined by the author in his musical theatre. Although figures of the Greek and Roman Antiquity, they are absolutely conceived in anti-classical terms, thus showing a typical decadent beauty. Focusing on their dramatic, musical and visual characterization, within their context, I will suggest a connection with a beloved topos of the fin-de-siècle arts and literature: the femme fatale. Boito was the first to introduce those characteristics, which will be peculiar to define the modern femme fatale in Italian musical theatre.

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