Saperi umanistici e valutazione

Scritto da AAVV. Pubblicato in: Se ne parla oggi

Scienze dell'antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche

Saperi umanistici e valutazione

Seminario Nazionale delle Consulte Scientifiche dell’Area 10 (16 maggio 2014)

16 maggio 2014
Università di Roma La Sapienza Facoltà di Lettere e Filosofia - Aula Partenone

ISBN: 9788868891701

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Saperi umanistici e valutazione - I. Introduzione

Scritto da Valeria Viparelli. Pubblicato in: Se ne parla oggi

Oggi nel mondo si parla molto di valutazione: è un ‘problema’ di grande attualità. Ma perché è un problema? Se pensiamo alla valutazione intesa in senso lato, come valutazione del servizio pubblico (della sanità, della giustizia, delle forze armate, dei lavori pubblici etc.) pensiamo a un esercizio di controllo del corretto uso delle risorse finanziare al fine di migliorare i servizi: a un qualcosa cioè che può apportare cambiamenti benefici con importanti risvolti anche di ordine etico-politico, soprattutto se va a incidere sulla trasparenza della gestione statale delle risorse pubbliche.

Saperi umanistici e valutazione - II. La ricerca: per una valutazione della qualità

Scritto da Maurizio Bettini. Pubblicato in: Se ne parla oggi

Questo mio breve intervento non può che cominciare con una riflessione sulla parola che campeggia al centro della nostra comune riflessione: “valutazione”. Si tratta di un sostantivo astratto derivato da “valuta”, che propriamente designa “la determinazione del valore di un bene ragguagliato in moneta”. Abbiamo dunque a che fare con un termine che ci viene dalla sfera economico-finanziaria, così come dalla sfera economico-finanziaria derivano però anche molte altre parole chiave relative all’odierna prassi universitaria. Alla “valutazione” dell’ANVUR sottoponiamo non articoli o libri, ma “prodotti”; i nostri corsi non si dividono più in fondamentali e complementari ma hanno un “valore” che si misura in “crediti”, e tutti insieme non costituiscono più il programma degli insegnamenti, ma forniscono la “offerta” formativa dell’Ateneo. Un compatto manipolo di metafore tratte dal mercato ha dunque occupato l’immagine che ricerca e insegnamento universitari offrono di sé al mondo esterno. Sappiamo bene, però, che qualsiasi sistema di rappresentazione metaforica della realtà – specie se derivato da una sfera culturale dominante, qual è oggi quella del mercato – finisce per agire sulla sostanza stessa di questa realtà, rendendola sempre più simile a ciò che la rappresenta.

Saperi umanistici e valutazione - III. La valutazione delle riviste umanistiche

Scritto da Keir Douglas Elam. Pubblicato in: Se ne parla oggi

La valutazione delle riviste umanistiche è un’impresa forse impossibile ma probabilmente necessaria. Nel mio breve intervento vorrei prima prendere in rassegna alcune delle principali criticità emerse negli ultimi anni riguardo la valutazione delle riviste nelle scienze umane, anche da una prospettiva internazionale, per poi offrire qualche considerazione su ciò che a mio avviso si può salvare e forse anche promuovere in questo campo alquanto minato.

Saperi umanistici e valutazione - IV. La ricerca e la valutazione. La classificazione delle riviste

Scritto da Giuliano Bernini. Pubblicato in: Se ne parla oggi

Sono grato agli organizzatori della giornata di confronto su Saperi umanistici e valutazione, tenutasi a Roma, all’Università “La Sapienza”, il 16 maggio 2014, per avermi invitato a presentare alcune idee circa la questione della classificazione delle riviste, che è stata al centro dell’attenzione del mondo accademico già nel 2012, nelle fasi di preparazione della Valutazione della qualità della ricerca (VQR) prima e delle procedure di Abilitazione scientifica nazionale (ASN) dopo. Le idee che esporrò sono nate dall’esperienza di coordinamento delle quattro società di linguistica nella classificazione delle riviste: l’Associazione Italiana di Linguistica Applicata (AItLA), di cui sono presidente, l’associazione Didattica delle lingue e linguistica educativa (DILLE), la Società Italiana di Glottologia (SIG), la Società di Linguistica Italiana (SLI).

Saperi umanistici e valutazione - V. Il ruolo pubblico della scienza: quale lingua per la terza missione

Scritto da Maria Luisa Villa. Pubblicato in: Se ne parla oggi

La polemica sulla lingua, che investe in varia misura le università di tutti i paesi non anglofoni, dove l’inglese tende a sostituire le lingue locali, è nata nei settori scientifici ma sta estendendosi progressivamente a quelli delle discipline umane e sociali.
La scienza ha un lungo elenco di buone ragioni per adottare una lingua comune poiché è inerentemente internazionale. I lavori scientifici più prestigiosi sono scritti in inglese e archiviati in banche dati anglofone. L’inglese è indispensabile per rimanere aggiornati, accedere agli scambi, ottenere adeguati finanziamenti e raggiungere una visibilità internazionale. In tutto il mondo non anglofono i ricercatori accettano volentieri l’onere del monolinguismo perché sanno che la loro carriera dipende in parte uguale dalla loro abilità di scienziati e dal loro inglese (Villa 2013a).

Saperi umanistici e valutazione - VI. Le lingue della ricerca e dell’internazionalizzazione

Scritto da Rita Librandi. Pubblicato in: Se ne parla oggi

La scelta delle lingue in cui si fa ricerca e didattica assume rilevanza, ai fini della valutazione, per almeno due motivi: il peso differente attribuito in alcuni settori ai prodotti pubblicati in lingua straniera, ma preferibilmente in inglese, e l’impegno richiesto alle università italiane ed europee per favorire l’internazionalizzazione. Il primo dei due fattori può dunque entrare in gioco nella valutazione della ricerca dei singoli e delle strutture, mentre il secondo è uno dei parametri su cui si fonda la valutazione degli Atenei.

Saperi umanistici e valutazione - VII. Saperi umanistici e valutazione

Scritto da Antonio Pioletti. Pubblicato in: Se ne parla oggi

* Il testo di A. Pioletti è stato fatto proprio dalle Consulte scientifiche dell'Area 10 come documento conclusivo dei lavori svoltisi nel corso del Seminario nazionale su Saperi umanistici e valutazione.

La difficile definizione dei criteri e gli esiti da più parti contestati della valutazione della ricerca in ambito umanistico dimostrano come non sia stato ancora risolto il problema degli strumenti valutativi da adottare. La ricerca di indicatori quantitativi, analoghi a quelli adottati per le scienze dure, che possano sostituire o ridurre al minimo la valutazione tramite peer review, si è rivelata difficile e talvolta improduttiva. I settori umanistici, infatti, per la multiformità dei loro linguaggi, delle espressioni e dei metodi sono difficilmente riducibili a misurazioni univoche ma non sono impossibili da valutare. È auspicabile, al contrario, l’elaborazione di un modello che tenga conto della singolarità della ricerca umanistica, della varietà dei prodotti che la trasmettono e delle vie attraverso le quali gli studiosi ne riconoscono la qualità scientifica. Una valutazione che intenda premiare le ricerche migliori o che voglia indicare soluzioni al superamento delle criticità deve avvalersi di criteri confrontabili, ma non deve scadere nella fissità di parametri predefiniti che spingono inevitabilmente all’omologazione, alla mortificazione degli slanci innovativi e, molto spesso, all’adattamento opportunistico.