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Rivista online di studi
su antichità classica e cultura contemporanea

In collaborazione con la Consulta Universitaria di Studi Latini
CLASSE A

n. 9

rivista annuale
anno 9 · numero 9
anno 2023

 

La foresta urbana de Il primo re

Scritto da Federico Passi. Pubblicato in: Scena

Il primo re (Rovere 2019) rivisita la parte finale della leggenda di Romolo e Remo e concentra l’attenzione sulla relazione tra i due fratelli, prendendo spunto, come dichiarato dagli autori, dal conflitto familiare urbano presente in Rocco e i suoi Fratelli (Visconti 1960). Manca, viceversa, la tradizionale messa in scena della “fondazione della città” a cui, nei secoli, questa leggenda è stata legata. Non si vede la futura polis, né il volo degli uccelli in base al quale sarebbe stato scelto il luogo della fondazione e manca la tracciatura del perimetro del ‘pomerio’, la zona sacra della città, che avrebbe scatenato lo scontro mortale tra i due fratelli, qui sostituito dal confine del fuoco sacro sulla riva del fiume Tevere. Il film compie uno spostamento verso una rappresentazione pre-urbana, ma allo stesso tempo recupera il riferimento intratestuale a due personaggi “tragici” viscontiani come Rocco e Simone legati alle dinamiche dell’inurbamento degli anni Cinquanta. In questo doppio movimento, messa fuori quadro della città, e inserimento di un conflitto di origine urbana si possono leggere due piani discorsivi su cui comunica il film: ricostruire il mito per raccontare un presente che ne è privo. In questo senso lo scenario prevalentemente selvaggio e naturalistico, e in particolare il tema centrale della foresta, non possono non evocare un archetipo ferino che ha il suo opposto discorsivo nella polis. E le tensione della città assente riemergono nella violenza visiva degli scontri e nelle scene allucinate della foresta.

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Sommario del n. 9

CLASSICOCONTEMPORANEO È SOTTOPOSTO ALLA PROCEDURA DI PEER REVIEW SECONDO GLI STANDARD INTERNAZIONALI

Di seguito è disponibile l'indice completo del numero diviso per le sezioni tematiche della rivista.
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Orizzonti

Responsabile di sezione: Rosa Rita Marchese

In Orizzonti trovano ospitalità le voci di chi fa ricerca umanistica nelle università e individua come una responsabilità propria di tale ricerca la formulazione di domande sul significato e sulla funzione sociale e politica dei propri studi. La sezione vuole offrire visibilità ai diversi modi in cui in Italia, in Europa e nel mondo le istituzioni accademiche producono linee di ricerca che promuovono, in una relazione costruttiva con il presente, il rapporto con l’antico. Entro questo spazio aperto al dialogo tra attività scientifica e domande di senso, la sottosezione Voci dal mondo intende dare spazio ai contributi e, soprattutto, alle esperienze didattiche provenienti dal panorama internazionale, con lo scopo principale di condividere informazioni e materiali in diverse lingue (inglese, francese, tedesco, spagnolo); tali materiali potranno anche avere meno attinenza con il tema monografico del numero.

 



Presenze classiche: Pagina, Schermo, Scena, Arti visive e comunicazione

Responsabile di sezione: Rossana Valenti

La sezione dedicata alle Presenze classiche è intesa a selezionare produzioni recenti – di letteratura, teatro, cinema, musica, arti visive – ispirate al mondo classico, sul filo del rapporto, problematico e suggestivo, tra il “classico”, sistema di valori per definizione al di là delle mode e delle contingenze, e il “contemporaneo”, l’odierno, l’attualità più stringente.

Ricerca e sperimentazione didattica

Responsabile di sezione: Pietro Li Causi

La sezione ospita documenti, racconti, bilanci critici di esperienze didattiche, progetti laboratoriali, interventi pedagogici, pensati in riferimento al mondo antico. Propone uno spazio operativo di confronto fra contesti differenti (la scuola, l’università, il “sociale”) e approcci diversi all’antico, inteso nella sua accezione più ampia: in rapporto all’insegnamento delle lingue classiche, ma anche allo studio di testi e monumenti nei loro aspetti letterari, culturali, iconografici, come pure in relazione alla pratica teatrale, alla rilettura del mito, alle varie possibili forme di rivisitazione creativa dell’antico.