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Rivista online di studi
su antichità classica e cultura contemporanea

In collaborazione con la Consulta Universitaria di Studi Latini
CLASSE A

n. 9

rivista annuale
anno 9 · numero 9
anno 2023

 

Classical Tradition in Modern Fantasy, Brett M. Rogers, Benjamin Eldon Stevens (eds.), coll. «Classical Presences», Oxford University Press, New York 2017,

Scritto da G.Pucci (recensione a cura di). Pubblicato in: Pagina

A due anni di distanza da Classical Traditions in Science Fiction (recensito sul precedente numero di questa rivista da Domitilla Campanile e Rossana Valenti), gli stessi Brett M. Rogers e Benjamin Eldon Stevens hanno curato un sequel dedicato alla tradizione classica nella moderna letteratura fantasy. Ora, raramente i sequel sono migliori del primo episodio. Anche in questo secondo volume invano si cercherebbe una definizione esatta del genere che tratta. Riconosciamo volentieri che trovare una definizione comprensiva e al tempo stesso rigorosa del fantasy era e rimane una mission impossible, tuttavia una maggiore armonizzazione dei quattordici contributi da questo punto vista sarebbe stata auspicabile, e probabilmente possibile.

L’introduzione dei due curatori mette comunque le mani avanti e cerca di indicare una pista da battere. Lo fa a partire dalla seconda edizione (1765) di The Castle of Otranto, il capolavoro del genere gothic di Horace Walpole, la quale ha in epigrafe una citazione attribuita ad Orazio: vanae / fingentur species, tamen ut pes et caput uni / reddantur formae. In realtà, Orazio nell’Arte poetica aveva scritto altro, ovvero: vanae / fingentur species, ut nec pes nec caput uni / reddatur formae. Il senso dell’operazione walpoliana è chiaro: mentre il poeta romano condannava le immagini che sembrano nascere dai sogni di un febbricitante, dove né capo né piedi si accordano in una figura organica, lui stesso rivendica all’opposto la possibilità (e l’efficacia) di ricondurre le fantasie più disparate ad unità artistica. In effetti – lo dice nella prefazione – la sua ambizione era quella di miscelare… 

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Sommario del n. 9

CLASSICOCONTEMPORANEO È SOTTOPOSTO ALLA PROCEDURA DI PEER REVIEW SECONDO GLI STANDARD INTERNAZIONALI

Di seguito è disponibile l'indice completo del numero diviso per le sezioni tematiche della rivista.
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Orizzonti

Responsabile di sezione: Rosa Rita Marchese

In Orizzonti trovano ospitalità le voci di chi fa ricerca umanistica nelle università e individua come una responsabilità propria di tale ricerca la formulazione di domande sul significato e sulla funzione sociale e politica dei propri studi. La sezione vuole offrire visibilità ai diversi modi in cui in Italia, in Europa e nel mondo le istituzioni accademiche producono linee di ricerca che promuovono, in una relazione costruttiva con il presente, il rapporto con l’antico. Entro questo spazio aperto al dialogo tra attività scientifica e domande di senso, la sottosezione Voci dal mondo intende dare spazio ai contributi e, soprattutto, alle esperienze didattiche provenienti dal panorama internazionale, con lo scopo principale di condividere informazioni e materiali in diverse lingue (inglese, francese, tedesco, spagnolo); tali materiali potranno anche avere meno attinenza con il tema monografico del numero.

 



Presenze classiche: Pagina, Schermo, Scena, Arti visive e comunicazione

Responsabile di sezione: Rossana Valenti

La sezione dedicata alle Presenze classiche è intesa a selezionare produzioni recenti – di letteratura, teatro, cinema, musica, arti visive – ispirate al mondo classico, sul filo del rapporto, problematico e suggestivo, tra il “classico”, sistema di valori per definizione al di là delle mode e delle contingenze, e il “contemporaneo”, l’odierno, l’attualità più stringente.

Ricerca e sperimentazione didattica

Responsabile di sezione: Pietro Li Causi

La sezione ospita documenti, racconti, bilanci critici di esperienze didattiche, progetti laboratoriali, interventi pedagogici, pensati in riferimento al mondo antico. Propone uno spazio operativo di confronto fra contesti differenti (la scuola, l’università, il “sociale”) e approcci diversi all’antico, inteso nella sua accezione più ampia: in rapporto all’insegnamento delle lingue classiche, ma anche allo studio di testi e monumenti nei loro aspetti letterari, culturali, iconografici, come pure in relazione alla pratica teatrale, alla rilettura del mito, alle varie possibili forme di rivisitazione creativa dell’antico.