Migrazioni e Università. Per una Carta degli officia. Quel che è giusto fare - Come è giusto fare
Convegno, Palermo, 16 e 17 ottobre 2025
La storia dell’uomo è caratterizzata sin dalle sue origini dalla mobilità e dalle migrazioni, determinate da guerre e carestie o da desiderio di scoperta e di conquista; non sorprende perciò constatare che, se vi è un filo rosso che unisce l’antichità classica alla contemporaneità, questo sia senza dubbio il tema migratorio, la cui centralità è ampiamente attestata nella cultura e nella letteratura greca e latina, in particolare dalle narrazioni dei miti di fondazione. Né sorprende che nell’Eneide virgiliana, come pure nella storiografia latina, la fondazione di Roma abbia come premessa necessaria l’ibridazione di popolazioni dell’Oriente e dell’Occidente, frutto della mescolanza del sangue tra donne latine e uomini troiani che, a conclusione di due guerre terribili, dà vita a una gens destinata a governare l’intero orbe terraqueo. Sarà poi utile anche ricordare l’importanza che la questione dell’asilo riveste nell’epos di Virgilio: a Ilioneo, che lamenta la minaccia del rifiuto di hospitium per i Troiani sopravvissuti alla tempesta che li ha scagliati sulla costa africana (Aen. 1, 539-543), Didone così risponde: Vultis et his mecum pariter considere regnis?/ Urbem quam statuo, vestra est, subducite navis; / Tros Tyriusque mihi nullo discrimine agetur (1, 572-575). Ricacciare in mare chi è scampato al naufragio negando l’asilo, dice Ilioneo, sarebbe una barbara violazione del diritto umano e divino; la regina fondatrice della città che sarà la nemica mortale di Roma non solo offre accoglienza ai profughi, ma garantisce loro che, se lo vorranno, saranno a pieno titolo cittadini di Cartagine e che Troiani e Tiri condivideranno, senza distinzione alcuna, i medesimi diritti.
Sappiamo bene che migrazioni, diritto d’asilo, accoglienza, meticciato culturale sono oggetto di narrazioni assai differenti da questa nella nostra problematica contemporaneità. L’epoca in cui viviamo è caratterizzata da mutamenti profondi che interrogano le società e mettono in discussione i fondamenti stessi della convivenza tra le persone; le pluralità dei percorsi umani divengono sempre più intrecciate acquisendo dimensione planetaria e il fenomeno migratorio emerge come uno snodo centrale per la riflessione sui valori di giustizia, dialogo e inclusione. In uno scenario siffatto le Università hanno da tempo riconosciuto come tali dinamiche non costituiscano un tema marginale o esterno alle proprie finalità, ma interpellino direttamente la loro triplice vocazione: ricerca, formazione e interazione con la società civile. E ciò perché è compito specifico del mondo accademico opporsi alle semplificazioni, esercitare il pensiero critico e fornire strumenti conoscitivi capaci di restituire la complessità dei processi migratori.
In questa ottica il 16 e 17 ottobre 2025, nella Sala Magna di Palazzo Chiaromonte (Steri) dell’Università degli Studi di Palermo, si è tenuto il convegno “Migrazioni e Università. Per una Carta degli officia. Quel che è giusto fare - Come è giusto fare”, promosso dal Centro di Ateneo Migrare in collaborazione con docenti e ricercatori, italiani e stranieri, di numerosi Atenei e Istituzioni. L’obiettivo dell’iniziativa, nata dalla consapevolezza che quello attuale non è più il tempo degli appelli ma di una diretta assunzione di responsabilità, è stato l’avvio di un percorso di riflessione e di condivisione di una Carta degli officia, intesa come documento programmatico e protocollo operativo destinato a chiarire quali azioni siano opportune, necessarie e moralmente fondate per un impegno strutturale e responsabile dell’Università sul tema della mobilità umana. I lavori si sono sviluppati lungo quattro direttrici tematiche: ricerca, didattica, terza missione e scuola; tra le priorità individuate, l’intensificazione degli studi sulle migrazioni, la creazione di percorsi formativi specialistici, la cooperazione tra Università e Istituzioni pubbliche e private, la promozione di giustizia sociale e di reale accesso ai diritti.
Il Centro Migrare intende ora promuovere la costituzione di una rete di Atenei che, facendo propri prassi e principi delineati nella Carta, qui di seguito riportata, sostenga un processo di rinnovamento etico e civile che unisca riflessione e azione, teoria e prassi, in linea con il ruolo di spazio aperto di dialogo, partecipazione e cittadinanza che è proprio dell’Università. Nella cultura latina officium definisce l’esercizio di ogni specifica funzione, l’insieme di prestazioni dovute o attese in un contesto relazionale; il trattato De officiis, che Cicerone scrisse nella notte della repubblica mentre affrontava l’ultima battaglia politica contro Antonio, si configura come una precettistica che si propone di regolare le azioni tanto della vita privata quanto della vita pubblica sulla base di “quel che è giusto fare” e di “come è giusto fare”. Ci è parso che non vi sia termine migliore per designare un protocollo operativo, quanto più possibile condiviso, sul tema migratorio.
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L'intera registrazione del Convegno è disponibile ai seguenti link:
Convegno Migrazioni e Università 16 ott 2025 (01)
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Convegno Migrazioni e Università 16 ott 2025 (04)
Convegno Migrazioni e Università 16 ott 2025 (05)
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