Dedalo e Circe: un incontro impossibile? Variazioni sul mito da Virgilio a Madeline Miller
Abstract
Nessuna fonte antica testimonia un incontro tra Circe e Dedalo: esattamente questo è quello che immagina Madeline Miller nel suo secondo romanzo, Circe (2018). Non è impensabile che l’aiuto di Circe sia stato richiesto a Creta negli stessi anni in cui vi operò Dedalo. Non si tratta, però, solo di una verosimiglianza cronologica, ma del riconoscimento di una “affinità elettiva” tra i due personaggi. Intrecciando sapientemente riferimenti intertestuali puntuali all’Odissea e all’Eneide, dove Circe viene chiamata daedala (Aen. 7, 282), Miller costruisce la relazione tra Dedalo e Circe in modo speculare a quella tra Circe e Odisseo e tra Penelope e Odisseo, dando così vita al “potenziale mitico” racchiuso nella iunctura virgiliana.
No ancient source records an encounter between Circe and Daedalus, yet this is precisely what Madeline Miller imagines in her second novel, Circe (2018). It is not implausible that Circe’s help might have been sought in Crete during the same years Daedalus was active there. But more than just a matter of chronological plausibility, their connection reflects an “elective affinity”. Drawing on pointed intertextual references to the Odyssey and the Aeneid – where Circe is described as daedala (Aen. 7, 282) – Miller shapes the relationship between Daedalus and Circe as a counterpart to those between Circe and Odysseus and Penelope and Odysseus, bringing to life the “mythic potential” embedded in Virgil’s phrasing.
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